Considerazioni sull’editoria nel mondo arabo
Amara Lakhous 30 August 2011

Negli ultimi anni, con la diffusione di internet, il fenomeno della pirateria di libri nei paesi arabi ha raggiunto livelli impressionanti. È facilissimo scaricare gratuitamente in pochi minuti libri appena pubblicati in Egitto o in Marocco. Questa situazione ha messo in allarme l’Unione degli Editori Arabi, uno dei più grandi sindacati nel settore culturale. Un anno fa, il presidente di questa organizzazione Mohammad Rashad ha chiesto e ottenuto dalle autorità religiose dell’Azhar una fatwa per vietare la pirateria dei libri su internet.

La fatwa dell’Azhar, la più importante Università islamica nel mondo musulmano, ha suscitato critiche e preoccupazioni. Molti intellettuali non vedono di buon occhio l’invasione della religione nella sfera culturale e politica, altri ancora sostengono che la pirateria sia l’unico mezzo per diffondere il libro e di conseguenza la cultura nel mondo arabo.

Nei paesi arabi si legge pochissimo. La percentuale dei lettori è molto bassa. I motivi sono sostanzialmente tre: l’alta percentuale di analfabetismo, la preponderanza del mezzo televisivo (soprattutto dopo la proliferazione dei canali satellitari), il costo del libro decisamente alto. Per quanto riguarda la traduzione, la situazione è drammatica. Due paesi europei come la Grecia o la Finlandia traducono in un anno più di tutti i paesi arabi messi insieme! Esistono pochi progetti o iniziative per promuovere la lettura.

La circolazione del libro nel mondo arabo non può prescindere dalla crisi della cultura e dell’economia in generale. Ad esempio, non ci sono catene di distribuzione come in Italia o in altri paesi occidentale, molto spesso sono gli editori che portano i loro libri nelle librerie. Un altro dato negativo riguarda proprio il settore dei librai che vive una crisi profonda. Tantissime librerie in questi ultimi anni hanno cambiato attività, così al di fuori delle grandi capitali è difficile trovare una libreria anche nelle città più grandi, un tempo culturalmente attive.

Oggi le fiere del libro sono il principale luogo d’incontro fra editore e lettore. Infatti si sta diffondendo una nuova tendenza fra i lettori che consiste nel comprare all’ingrosso libri, queste sono le uniche grandi occasioni anche per trovare libri più economici perché il tutto è gestito direttamente dall’editore. L’altro aspetto importante riguarda la difficoltà degli editori di passare da un paese arabo all’altro, di fronte alla burocrazia e la censura, mentre durante le fiere, gli editori godono di una limitata libertà di movimento.

La proliferazione dei regimi totalitari nel mondo arabo non ha certamente favorito l’editoria. Forse la primavera araba, con l’emergenze dei sistemi politici più democratici, contribuirà a superare la censura e di conseguenza a promuovere la cultura. Tuttavia il libro, essendo anche un prodotto non solo culturale ma anche commerciale, rimarrà condizionato dalla legge del profitto.

www.amaralakhous.com

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