“Veltroni ci ha ignorati, io vado con la destra”
Souad Sbai intervistata da Daniele Castellani Perelli 18 March 2008

Souad Sbai, perché ha scelto la destra?

E perché no? Perché non avrei dovuta sceglierla? L’immigrato è un monopolio della sinistra? L’immigrato che vive in Italia pensa, mangia e vota come un qualsiasi altro italiano, a destra, a sinistra o al centro. Nei nostri paesi d’origine votiamo partiti di ogni connotazione politica, dall’estrema destra all’estrema sinistra. Perché, arrivati in Italia, dovremmo votare solo a sinistra? La mia famiglia era socialista, ma qui in Italia, con il mio lavoro, ho conosciuto tante donne di destra che si sono avvicinate a noi, tante immigrate di destra. Nella mia associazione non c’è mai stato il pensiero unico: donne di destra e di sinistra hanno sempre collaborato per il bene di quelle donne che sono meno fortunate di noi.

Gli immigrati musulmani sono più di destra o di sinistra?

La storia dei musulmani ci dice che sono sempre stati più a destra che a sinistra, soprattutto sui valori. C’è una certa sinistra che non ha mai accolto gli appelli che la mia associazione ha lanciato in questi anni. La sinistra si riempie tanto la bocca dei diritti degli immigrati, ma poi nel concreto non fa nulla. Abbiamo invitato più volte i leader del centrosinistra, per sensibilizzarli sulla questione della violenza, sull’estremismo, ma i nostri inviti sono sempre caduti nel vuoto. Non sono mai venuti a trovarci. Se da una parte vedi l’indifferenza, e dall’altra vedi il dialogo, non puoi che agire di conseguenza. Io peraltro sono un’indipendente, non sono iscritta a nessun partito, e vorrei portare in Parlamento la voce delle donne, non solo quelle immigrate. Penso alla legge sulla violenza contro le donne: è uno dei temi di cui mi occuperò se sarò eletta.

E’ sorpresa del fatto che non ci siano candidati immigrati nel Pd?

Per nulla sorpresa. Lo vede, la sinistra dice di interessarsi agli immigrati e poi non candida né un’araba, né un africano, né un filippino…Veltroni, a proposito degli immigrati, dice “Chi sbaglia paga”, e mi sembra un’affermazione molto pesante. Perché l’immigrato è un cittadino, paga quanto un cittadino, è uguale a lui davanti alla legge. E’ la tipica arroganza di una certa sinistra, che ignora anche che la maggior parte degli immigrati è integrata, vuole bene all’Italia, e merita rispetto.

Se Veltroni le avesse chiesto di candidarsi, cosa avrebbe risposto?

So che non lo avrebbe mai fatto, lo so. E’ stato per dieci anni al Comune di Roma e non lo abbiamo mai visto. Lo abbiamo invitato al nostro centro culturale marocchino, l’unico presente a Roma, e non si è mai degnato di venirci a trovare. Eppure eravamo vicini di casa di 700 metri.

Sul tema dell’immigrazione, qual è la differenza tra Pd e Pdl?

Anzitutto io spero che le leggi si facciano, perché nella scorsa legislatura la sinistra ha parlato molto, ma non ha concluso nulla. Mi riferisco anche all’ultimo decreto flussi. Che fine ha fatto? Io non ne sento più parlare, e ci sono 500mila persone che stanno aspettando. Non si possono prendere in giro gli immigrati.

Veltroni propone il diritto di voto agli immigrati alle amministrative. Lei sarà d’accordo, no?

Siamo stanchi di promesse. E poi ci sono persone che sono in Italia da cinque anni e non hanno nemmeno il permesso di soggiorno. Ci sono figli di immigrati che non hanno il permesso di soggiorno e non possono fare nemmeno l’esame di maturità o la terza media. Sono italiani a tutti gli effetti, ma sono clandestini.

Quindi il voto alle amministrative per lei è secondario?

No, anzi. Si parla solo del voto amministrativo. Perché allora la sinistra non propone il voto degli immigrati anche alle elezioni politiche? Non serve necessariamente la cittadinanza. Basterebbe avere la carta di soggiorno.

Ma è una proposta che verrebbe bocciata prima di tutto dal centrodestra, no?

Veltroni proponga, poi si vedrà. Il punto è che non c’è la volontà politica. I consiglieri aggiunti del comune di Roma non hanno diritto di voto. Quando si vota devono uscire dall’aula. Perché Veltroni non ha concesso loro il diritto di voto?

Ma questi sono temi che sono ben lontani dall’orizzonte politico di certo centrodestra. La Lega Nord, alleata del suo partito, è praticamente xenofoba. Il leader del suo partito, Silvio Berlusconi, ha fatto parlare il mondo quando ha detto che L’Occidente è superiore all’Islam. Non la imbarazzerebbe, ad esempio, sedersi in Parlamento al fianco del leghista Roberto Calderoli, che propose un maiale-day contro la costruzione della moschea di Bologna, concorsi e mostre per i maiali da passeggiata da tenersi nei luoghi in cui si intende costruire un nuovo luogo di preghiera musulmano?

No, affatto. Posso anche litigarci, ma meglio il dialogo con Calderoli che l’indifferenza di Veltroni. Ognuno poi risponde delle proprie affermazioni. Io mi impegno anche per far cambiare le idee agli altri, e ho scelto delle persone come Gianfranco Fini, che apprezzo per molte delle cose che ha detto e fatto.

La politica del centrodestra non è troppo filo-israeliana per lei?

Io mi occupo dell’immigrazione e dei problemi delle donne, non mi sento abbastanza preparata per occuparmi di politica estera. La lascio a chi se ne intende più di me.

Non teme che con il suo 20° posto in Puglia lei rappresenti un po’ una candidatura di facciata?

Tutto è possibile nella vita, ma a me andrebbe bene lo stesso. E comunque io credo nella sincerità di chi mi ha candidata, perché candidare un immigrato potrebbe costare loro anche dei voti, è una scelta coraggiosa. Dall’altra parte non c’è stato altrettanto coraggio. E’ stato bocciato Khaled Fuoad Allam, è stato bocciato Aly Baba Faye, che ha lavorato per 25 anni per la sinistra. Mi fa un po’ un male vedere che a questi amici, che hanno dato l’anima per l’immigrazione e per la sinistra, non è stato riservato nemmeno un posticino in lista. Anche per questo sono contenta di stare da questa parte.

Certo poteva andare meglio anche a lei, con il posto in lista…

(Ride) Che devo dirle…? Non voglio fare la vittima. Anche se non sarò eletta, continuerò la mia battaglia.

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