“Vi racconto la rivoluzione di Al Jazeera”
Faisal Al-Kasim, presentatore della tv del Qatar, intervistato da Daniela Conte 5 February 2008

Come presentatore di uno dei talk show più famosi del mondo arabo, lei si sente parte di una rivoluzione?

Certo, noi abbiamo imposto la rivoluzione. Io conduco il più rivoluzionario talk show nel panorama dei media arabi, siamo stati i primi a trattare gli argomenti più delicati in ambito politico, culturale e religioso. Quindi siamo sicuramente parte di una rivoluzione e ne siamo orgogliosi.

Come si pone il suo programma rispetto alla filosofia generale di Al-Jazeera?

Il mio talk show rappresenta al meglio il motto, lo slogan di Al-Jazeera, ovvero “L’opinione e l’opinione opposta”, sicché nel mio programma, come potete vedere, noi presentiamo sempre due visioni contrastanti, opposte, su un dato argomento. Se parliamo per esempio dell’Islam, da un lato scegliamo qualcuno che loda l’Islam e dall’altro lato qualcuno che lo critica.

É vero che nel suo programma lei ha ospitato anche degli ufficiali israeliani?

No, non nel mio programma. Ma Al-Jazeera è una piattaforma per tutti i punti di vista, anche quello israeliano. Najdat Anzour (regista siriano di soap opera, ndr) ci ha accusato di essere il portavoce di una processo di normalizzazione con Israele.

Ad oggi la situazione dei media arabi è cambiata molto rispetto alla prima fase, c’è molta più competizione. A questo punto quale sono le sfide future per Al-Jazeera? Come farà a rimanere il canale all-news più seguito del mondo arabo?

Noi siamo ancora il canale più guardato del mondo arabo, e a dire il vero attualmente non ci sono reali concorrenti per Al Jazeera, non fino ad ora. Mi piacerebbe vederne il più possibile, perchè la competizione ti fa migliorare, ti porta a fare di più, e come giornalista ti dà delle alternative, ma fino ad ora non credo vi siano sulla scena reali concorrenti.

In linea generale lei crede che la competizione porti inevitabilmente i media verso il sensazionalismo e la spettacolarizzazione delle notizie?

Questa è una buona domanda. Alcune persone accusano il mio programma di essere soltanto uno show, ma, se questo è vero, perchè ben sei paesi arabi hanno ritirato i loro ambasciatori da Doha a causa del mio programma? Se fosse soltanto divertimento lo amerebbero tutti, se facessimo solo spettacolo non avrebbero scritto migliaia di articoli per attaccarci, per diffamare il mio nome. Io sono nella lista nera di molti paesi arabi, quindi sicuramente non sto presentando uno spettacolo o sciocchezze, ma sto facendo qualcosa di veramente difficile.

Lei crede che Al-Jazeera diventerà un canale privato?

Non ancora. Al-Jazeera al momento non è un canale privato si sta espandendo. Ora abbiamo Al-Jazeera in inglese, il canale dei documentari, quello per i bambini e così via, quindi in questo momento non abbiamo questo problema, almeno fino a che i finanziamenti vanno bene.

Nel mondo mediatico arabo la privatizzazione può rappresentare veramente una maggiore libertà o no?

Lasci che le dica una cosa, non ci sono media per il piacere di Dio. Capisce quello che intendo? Se i media sono privatizzati allora serviranno gli interessi commerciali e politici di chi li finanzia. La stessa cosa succede ad esempio ai media americani, ci sono diverse compagnie che posseggono grandi canali televisivi. Ovviamente se le posseggono non permetteranno a queste tv di parlare di cose che potrebbero intaccare gli interessi della stessa compagnia. General Electrics possiede una compagnia televisiva molto grande, e quindi questa tv non è in grado di parlare di armi nucleari o dei detonatori nucleari. Quindi essere finanziati da una data compagnia significa che alla fine gran parte della libertà viene persa.

Lei crede che i media italiani rappresentino o no la realtà del mondo arabo?

Io adoro i programmi italiani, ma non quelli politici, solo quelli di intrattenimento. Credo che voi abbiate i migliori programmi e delle fantastiche conduttrici donne. Le amo e per questo mia moglie non vuole neanche che guardi la tv italiana. L’altra notte ad esempio mi ha chiamato e mi ha chiesto: “Stai guardando Rai Uno?”. A parte gli scherzi, riguardo i media occidentali io non credo che stiano facendo il loro lavoro. Dovrebbero fare di più, dovrebbero spendere più tempo e più soldi in persone che facciano dei veri programmi. A dirigere i media occidentali sono interessi politici e commerciali, e molte persone nel mondo arabo credono che siano manipolati dalla lobby israeliana. È come se i media occidentali presentassero la questione araba attraverso gli occhi di Israele. Questa non è una mia accusa personale, ma l’accusa di milioni di arabi. Noi stiamo cercando di fare di più per colmare questo gap tra l’occidente e il mondo arabo. Mandiamo molti giornalisti e corrispondenti in Europa per avere la visione più giusta possibile sull’Occidente, e anche i vostri media dovrebbero muoversi nella stessa direzione.

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