Quella polizia a caccia dei vizi di Riad
Khalid Chaouki 16 April 2008

L’11 marzo del 2002 la Mutawwa fu accusata di aver causato la morte di 15 ragazze saudite in una scuola de La Mecca a seguito di un grave incendio nella scuola. La Mutawwa vietò ai vigili del fuoco e ai genitori di accedere per salvare le ragazze perché non portavano l’abaya (una lunga vestaglia nera) e quindi non erano sufficientemente coperte. Nello stesso tempo impedì alle ragazze di uscire dalla scuola per il medesimo motivo. A seguito di numerose polemiche, venne istituita dal ministro dell’Interno, il principe Nayef bin Abdulaziz, una commissione indipendente d’inchiesta e il caso fu archiviato con una sentenza che assolse totalmente la Mutawwa da qualsiasi responsabilità. Tuttavia la massima preoccupazione della "polizia religiosa" è quella di vigilare sul “pericolo” di promiscuità (ikhtilat o khulwa) tra maschi e femmine per le strade e nei centri commerciali riservati alle famiglie, così come la Mutawwa “ricorda” ai fedeli il dovere di recarsi in moschea dopo il richiamo del muezzin.

Per l’accusa di khulwa con una donna estranea, la Mutawwa arrestò a Tabuk nel maggio 2007 Ahmad al-Balawi, un giovane saudita. A seguito delle percosse ricevute durante il breve arresto il detenuto venne trovato morto in cella. Il caso eclatante portò all’arresto di cinque membri della Mutawwa per accertamenti. Il giudice saudita decretò che non si trattava di un caso di khulwa, ma nonostante ciò l’episodio si chiuse con la totale assoluzione per i membri della "polizia religiosa", senza nemmeno ascoltare i testimoni oculari come protestarono i parenti del defunto. A seguito della vicenda al-Balawi, il presidente della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio Ibrahim al-Gheit annunciò a Riad il 10 giugno 2007 la nascita di una nuova direzione legale denominata “Ordinamenti e direttive”. La nuova direzione si dovrebbe occupare di vigilare sulla condotta dei membri della Mutawwa e di condurre inchieste interne.

La costituzione del nuovo ufficio legale rappresenta tutto sommato un piccolo passo in avanti vista la lentezza generale dei vertici della monarchia saudita nel promuovere nuove riforme. Va sottolineato però che cresce sempre più la consapevolezza, tra gli stessi sauditi, della necessità di dare una svolta, seppur graduale, dell’ordinamento giuridico, politico e sociale. E in questo processo, il ruolo di alcuni giornalisti coraggiosi, dissidenti in esilio e ulema illuminati è stato ed è senz’altro fondamentale.

SUPPORT OUR WORK

 

Please consider giving a tax-free donation to Reset this year

Any amount will help show your support for our activities

In Europe and elsewhere
(Reset DOC)


In the US
(Reset Dialogues)


x