«Le mie storie non “appropriate”, tra il Texas e il Kuwait»
Una conversazione con Randa Jarrar 7 January 2010

La Collezionista di storie è ambientato a Kuwait City, ad Alessandria d’Egitto e in Texas. Questo suggerisce molti temi: dalla mancanza di radici alla ricerca di una casa, all’appartenenza a diversi Paesi. Quale è il ruolo di ognuno di questi luoghi nel suo lavoro?

Da bambina ho vissuto in ognuno di questi luoghi. Il Kuwait è il Paese dove non mi è stato più possibile tornare, perciò le scene ambientate qui sono piene di nostalgia. Alcuni dicono che sono quasi idilliache. Alessandria invece è stato il posto in cui mi sono sentita più libera da bambina: tutto ciò che facevo era nuotare. Quando scrivo di Alessandria tendo a concentrarmi sui personaggi che ricordavo da bambina: venditori di strada, nuotatori, supervisori delle costruzioni, affitta biciclette. Infine il Texas è il Paese che ho scelto quando avevo 20 anni. Per questo rappresenta l’assunzione finale del controllo sulla mia vita. Quando ne scrivo sono portata a farlo con personaggi e situazioni forti.

I lettori molto probabilmente noteranno delle similitudini fra la sua biografia e la storia di Nidali, la protagonista del suo libro. Suo padre ha letto il libro, e quale è stata la sua reazione? Penso, in particolare, alla visione di Baba (il padre di Nidali) circa il comportamento più appropriato per una giovane donna araba.

Nonostante racconti una storia simile alla mia vita, il libro è un’opera di fiction. Potrei dire che solo il 25% circa del suo contenuto è basato su storie realmente accadute. Mio padre ha letto il libro e si è arrabbiato molto. Ora non ci parliamo più. Avrebbe voluto, credo, che avessi scelto di scrivere della mia famiglia o dell’idea di una donna araba “appropriata”. Ma prima di tutto per me viene il mio lavoro di scrittrice.

La storia recente del Medio Oriente fa da sfondo al suo libro.

Sì. E’ impossibile scrivere questa storia senza dare spazio alla guerra Iran-Iraq, la prima Guerra del Golfo, e tutto il resto. E’ naturale che la storia della regione e della sua gente faccia da sfondo. Inoltre ho pensato che fosse interessante che le violenze in casa diventassero il riflesso degli scontri che accadevano fuori.

Per celebrare Beirut Capitale Mondiale Unesco del Libro 2009, l’Hay Festival ha creato Beirut 39 un progetto mirato a selezionare e celebrare 39 scrittori arabi sotto i 39 anni. Lei è tra i finalisti.

Sono l’unica scrittrice americana che è stata inclusa nella lista, quindi sono indubbiamente onorata. Non vedo l’ora di incontrare gli altri scrittori e di parlare con loro dei loro libri e dei loro progetti per il futuro. Inoltre, io non sono mai stata a Beirut! E’ tutta la vita che sogno di visitarla. Per me rappresenta un mix di gente liberale e di intellettuali, con l’aggiunta di un bel paesaggio.

Randa Jarrar è una scrittrice di romanzi e di racconti brevi, una blogger (randajarrar.com) e una traduttrice (dall’arabo). Quali autori arabi contemporanei suggerirebbe al lettore curioso?

Adoro i lavori di Ahmed Al-Aidy e i versi di Joumana Haddad.

A che cosa sta lavorando?

Ho appena finito di scrivere un romanzo che tratta di una giovane madre, e di suo figlio che fa miracoli.

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