“Imporre l’omogeneità dall’alto conduce all’oppressione”
Bruce Ackerman 18 September 2007

Ritengo che la sfida sia perfezionare e difendere il secolarismo, non prostrarsi dinnanzi alle rivendicazioni di un’autorità divina, che sono incompatibili con l’impegno verso la libertà umana. Esistono due tipi di tradizione secolare: da un lato, l’anti-clericalismo militante della Rivoluzione francese; dall’altro, il liberalismo, più tollerante, di Hume e Rawls. Per quanto mi riguarda, io seguo questa seconda tradizione. Ciascuno di noi dovrebbe essere assolutamente libero di accogliere o rigettare l’autorità della religione nella propria vita privata.

Di contro, quando si passa alla sfera pubblica, occorre riconoscere che ogni cittadino ha una visione profondamente diversa circa lo status e il significato dell’autorità divina, e che è folle pensare di convincere tutti ad abbracciare la stessa visione di Dio. Quindi nell’agorà, quale atto di rispetto nei confronti degli altri cittadini, occorrerebbe limitare la conversazione: non proclamare che le proprie posizioni politiche si fondano sull’autorità di questo o quel Dio, quanto piuttosto tenere Dio fuori dalla conversazione e cercare di giustificare la propria linea politica adducendo ragioni che tutti i cittadini possano accogliere indipendentemente dalla specifica appartenenza religiosa (per un approfondimento di questa cruciale idea liberale, cfr. il mio libro La giustizia sociale nello stato liberale, Bologna, Il Mulino, 1984).

Da diverso tempo i moralisti oltranzisti vanno proclamando la fine della modernità, eppure gli occidentali contemporanei hanno creato una civiltà senza precedenti quanto a ricchezza, diversità e vitalità creativa. La verità è che mai come nella nostra epoca il liberalismo illuminista è stato così potente: è piuttosto la pseudoreligiosità di politici come Bush a rappresentare la vera minaccia per la moderna tradizione di civiltà e tolleranza. Pur essendo il Papa un pensatore ben più serio di Bush, i suoi tentativi di ingerenza nella sfera politica sono particolarmente dannosi in Europa, dove esiste un’ampia fetta di popolazione islamica.

Böckenforde sbaglia a sostenere che nella società moderna l’omogeneità morale possa “garantire” la coesione sociale. La profonda diversità morale è un dato di fatto fondamentale, e qualsiasi tentativo di imporre l’omogeneità dall’alto conduce all’oppressione, al conflitto e alla disgregrazione sociale. Il liberalismo poggia sulla continua ricerca di condizioni sociali che generino i presupposti per la civiltà e la tolleranza. Dobbiamo fornire ai giovani insegnamenti che consentano loro di apprezzare quella pluralità di ideali che è alla base di una cittadinanza variegata; occorre impegnarsi per raggiungere un’equa distribuzione della proprietà privata e assicurare un corretto funzionamento del sistema di mercato che consenta a ciascun gruppo di raggiungere i propri obiettivi nel quadro di uno scambio pacifico. In questo clima di rispetto per la diversità saranno in molti a comprendere l’importanza di coltivare l’arte della tolleranza e ad allontanarsi dai boriosi moralizzatori che si considerano prescelti da Dio per condurre l’umanità alla terra promessa usando il potere di Stato.

La risposta più adeguata contro il fondamentalismo è la distensione, esortando i figli dei fondamentalisti a godere dei benefici di vivere in una società libera e giusta fondata sulla proprietà privata e sul libero mercato. È senz’altro necessario adottare misure efficaci contro i veri terroristi, ma non dobbiamo rispondere alle loro bombe proclamando che il nostro Dio è più potente del loro.

Bruce Ackerman insegna Diritto e Scienza della politica alla Yale University. Tra La nuova separazione dei poteri (2004), La Costituzione di emergenza (2005).

Questo articolo è stato pubblicato dalla rivista Reset, numero 101.

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