Le vostre lettere
24 April 2007

Ma se lo Stato non la riconosce la poligamia non esiste

In riferimento all’articolo:
Souad Sbai: "La poligamia? Piu’ diffusa qui che nei paesi d’origine"

Giulia Gandini

Gentile redazione di ResetDoc,

mi sento colpita dal recente dibattito che si è aperto a proposito della poligamia in Italia. Mi dispiace che venga data voce, il più delle volte, a posizioni estremistiche (da una parte e dall’altra) che creano allarmismi e non permettono quindi una lucida riflessione sulla questione. Non credo si possa parlare propriamente di poligamia in Italia, se per poligamia intendiamo il matrimonio tra un uomo e più donne. Il matrimonio è un’unione ufficializzata. Se la relazione non è ufficializzata, non si può parlare di matrimonio. In Italia esistono certo unioni di un uomo con più donne, ma finché lo Stato non riconosce tali unioni, credo non si possa parlare propriamente di poligamia. Che lo Stato italiano non riconosca i matrimoni celebrati in moschea, non vuol dire, secondo me, che queste celebrazioni vadano proibite. Una cosa può esistere anche senza essere riconosciuta. Allora, semplicemente non avrà alcun valore ufficiale.

Quando leggo che le onorevoli Santanché di AN e Biancofiore di FI propongono sanzioni ed espulsioni dall’Italia per i poligami, mi domando a quale legge italiana si potrebbero appellare. Non si può punire una poligamia ufficialmente inesistente e, per nostra fortuna, il concubinato e l’adulterio non sono più reato. Perché tutto questo allarme per la poligamia? Certamente quest’ultima non fa parte della nostra cultura. Ma la diversità culturale non mi sembra di per sé motivo sufficiente a richiedere una proibizione. Per giustificare la richiesta di proibizione e sanzione della poligamia si tirano in ballo spesso episodi di violenza familiare e privazione di diritti. Ad esempio Magdi Allam, in un articolo del Corriere della Sera del 27 Novembre scorso, riportava la storia di due "mogli" di un egiziano vittime di inganno, violenza e rapimento dei figli. Vedere la causa di questa drammatica vicenda nella poligamia, come mi sembra proponga Magdi Allam, credo sia un errore: la violenza ed il rapimento dei figli sarebbero accaduti anche se l’egiziano in questione fosse stato sposato con una sola donna. La poligamia non c’entra assolutamente nulla. E’ un problema di altro genere, e come tale va affrontato, se vuole essere risolto.

E’ in nome della laicità dello Stato, uno Stato che non imponga una propria morale, e della libertà del singolo individuo di compiere le proprie scelte in materia di religione e stili di vita che mi sento contraria alla proibizione delle pratiche poligamiche. Si tratterebbe, a mio avviso, di un’ingerenza dello Stato in una questione puramente privata.

La “storia” di Abramo

In riferimento all’articolo:
Abramo

Virginio Catellani

La mia opinione sul caso Abramo. Per caso l’archeologia ha trovato qualcosa che dimostri che è un personaggio storico? Cosa ci impedisce di pensare che possa essere una specie di figura mitologica che ogni religione (ebraica, cristiana, islamica) dalla sua parte? Posto che Dio esista, sia eterno ed in ogni luogo ecc. ecc. (come insegna il catechismo cristiano) dobbiamo sempre rifarci a figure vissute secoli fa per cercare di stabilire un incontro con Lui? Non si può immaginare che sia possibile un incontro con Dio senza passare obbligatoriamente dalla lettura di tutto quello che nel corso dei secoli hanno scritto o detto profeti, santi, inviati di vario genere?

Per me la figura di Abramo, raccontata e interpretata in modo diverso dalle tre religioni monoteistiche che si rifanno a lui, è l’esempio di una figura che serve solo a creare divisioni fra gli uomini. Grazie per lo spazio che mi avete offerto e auguri per le vostre iniziative.

Perché limitarsi ad una sola religione?

In riferimento all’articolo:
Buddismo

Mirta Poletto

Da 7 anni sono praticante buddhista. Ero cattolica e forse, dentro di me, l’orma e influenza del cattolicesimo rimane. Sono le 2 religioni che ritengo basilari x la mia vita stessa e a parte qualche piccola differenza sono molto simili. Quindi ho estrapolato dalle 2..i messaggi necessari, che mi sono stati di aiuto nei momenti critici…e oggi che sono una donna mi sento pienamente realizzata nella mia spiritualità. La soka kakkai, di cui sono menbro, il gosho..il mio vangelo, il libro su cui studio x trovare risposte chiarificatrici e supplire ai tanti dubbi del mal di vivere, fanno parte della mia nuova vita, senza però denigrare l’altra, che continuo ad amare profondamente…mi dico spesso… xkè limitarsi ad una religione?

Gli ebrei e lo status di “vittima unica”

In riferimento all’articolo:
I musulmani, gli ebrei e la vittima sacrificale

Raffaele Ladu

L’articolo è interessante, ma l’autore Amara Lakhous ha voluto tentare una spiegazione metafisica quando era disponibile una spiegazione molto più concreta, quando ha scritto questo brano:

Occorre ricordare che l’autore di “Pasque di sangue” analizza un caso che risale al 1475 a Trento, dove furono condannati ebrei askhenaziti per l’uccisione di un bambino cristiano Simonino per usare il suo sangue con fini rituali e terapeutici. Perché una vicenda così remota causa tale reazioni? Perché gli ebrei di oggi si sentirebbero danneggiati da una tesi o ipotesi storiografica che riguarda il Medioevo? La spiegazione consiste nel rifiutare che Simonino possa essere una vittima, e quindi il carnefice non può essere un ebreo. In altri termini, l’altro non può godere dello statuto della vittima sacrificale.

Gli ebrei sono stati spaventati dal libro non perché minacciasse di spossessarli dello status di "vittima unica" (status a cui pochissimi tengono), bensì perché minacciava di riattivare i pregiudizi (e magari le persecuzioni) contro di loro. Inoltre, non è molto corretto attribuire la nascita d’Israele all’Olocausto, od al tentativo dell’Occidente di riparare ai suoi torti scaricando il problema ebraico su chi non lo aveva provocato.

L’impressione che mi sono fatto è che l’autore provi pietà per gli ebrei, ma non empatia. Non riesce infatti a capire il loro punto di vista, ed attribuisce loro quello che di loro pensano gli arabi ostili ad Israele. Bisogna fare uno sforzo in più. Per il resto, sono d’accordo con lui quando si lamenta delle sventure dei palestinesi, e quando nota che il dialogo interreligioso impone una critica dei concetti di unicità, verità, alterità, e che occorre una strategia dell’inclusione per combattere il dogmatismo religioso. Ma includere presuppone il capire.

Saluti

Today Islam is not compatible with democracy

With reference to the article:
"Islam? Perfectly compatible with Women Rights"

Ignatius Chamberlain

I disagree with the interviewee, Martha Nussbaum. Islam is not compatible in its current form with democracy. Her muslim friends in India do not fit any sterotype of oppressed women because firstly most of these women probably come from the elite or upper strata of society or at least upper middle class sections. Does she believe these women live in isolated pure Islamic enclaves that exist as parallel societies with no cross fertilization from other cultural groupings in India?

My contention is that there is an overriding Indian identity, an Indian civil society system of values that came about as a result of a reformation of Hindu society, certain intellectuals that were influenced by the Enlightenment in Europe, the fact that India a Hindu majority country opted for a secular democratic form of governance. These muslim women who do not fit these sterotypes -can it be that they can plug into this identity to assert themselves, can it be that Indian civil society values can be a moderating influence on certain aspects of Islam that are incompatible with modern cultural fundamentals like democracy or that these values allow these women to emphasize aspects of Islam that are more egalitarian and pluralistic, thereby ensuing that Islam has adapted to Indian conditions meaning what we have – are Indian muslim women and not Muslim Indian women.

Also she cites Bangladesh which is 85% muslim and that women head the two main political parties. In Islam it is forbidden for a woman to be the head of state.-and so the head of state is the President and will always be a man-the prime minister is technically not the head of state-so Bangladesh will never have a women President!

Dear Martha, you are wrong

With reference to the article:
"Islam? Perfectly compatible with Women Rights"

Elizabeth Powers

Martha Nussbaum is totally disingenuous. To take one issue, her objection to the ban on the "wearing of traditional dress", which she finds ridiculous because we deal all the time with people who are covered, e.g., surgeons. Let that surgeon wear a face mask into a bank and see if people don’t treat him as a security risk. She is good at using lots of words to stun people into accepting her sophistry.

SUPPORT OUR WORK

 

Please consider giving a tax-free donation to Reset this year

Any amount will help show your support for our activities

In Europe and elsewhere
(Reset DOC)


In the US
(Reset Dialogues)


x