Ma poi Pechino sarà come il Lussemburgo?
Li Wanquan 27 July 2007

Quando ero alle medie, ho imparato dai libri di storia che il keju (un sistema di esame competitivo per scegliere i funzionari governativi nella Cina imperiale) aveva fatto più male che bene fin dal XV secolo. Perciò sono rimasto un po’ sorpreso nello scoprire che uno straniero stesse cercando ispirazione in quel sistema per avanzare una proposta politica per il futuro della Cina. Nel suo Beyond Liberal Democracy, Daniel A. Bell, professore di filosofia politica che insegna e vive a Pechino, cerca di mostrare come una struttura bicamerale possa essere costruita sulla base dell’influenza di un sistema d’esame competitivo presente nella storia cinese.

L’idea fondamentale è che a una camera alta, composta da persone selezionate attraverso un sistema competitivo nazionale, venga affidato il potere sostanziale di limitare quello di una camera bassa formata da rappresentanti eletti democraticamente. La democrazia, in termini di “elezioni competitive, libere ed eque sotto il controllo universale di coloro che occupano quei posti in cui le decisioni politiche vengono prese” è lontanta dall’essere perfetta. Le richieste di una società moderna e complessa a volte vanno aldilà delle capacità della gente comune e la volontà della maggioranza può danneggiare gli interessi delle minoranze. Tenendo in considerazione il fatto che meno del 6% dei cinesi ha ricevuto un’educazione superiore e i cinesi han, il gruppo etnico maggioritario in Cina, rappresentano il 92% dell’intera popolazione, la democrazia in Cina non può funzionare nel modo in cui alcuni osservatori occidentali sperano. Ad esempio, a causa della forte influenza dell’esperienza storica passata, la maggior parte dei cinesi non accetterà la separazione di Taiwan. La democrazia a Taiwan ha già portato i candidati a sfidare la terraferma con attacchi verbali, e cosa peggiore di tutte, a visitare, in Giappone, lo Yasukuni War Shrine dove vengono commemorati i maggiori criminali di guerra del secondo conflitto mondiale, per avere un vantaggio nelle elezioni.

Non sarà troppo difficile prevedere che, nel futuro, anche la democrazia nella Cina continentale porterà ad adottare tattiche simili. Nello scenario peggiore, entrambe le parti soffriranno gravi perdite. È questo il motivo per cui una camera alta non-democratica in cui le persone non hanno bisogno di valutare gli atteggiamenti degli elettori potrebbe rendere le cose migliori prendendo decisioni indipendenti, sagge e morali. Ovviamente, può non essere giusto presumere che l’integrità abbia a che fare con il livello di istruzione ricevuto o il punteggio ottenuto agli esami. Una camera alta composta da persone selezionate attraverso un sistema d’esame competitivo potrebbe non essere tanto diversa da una camera alta formata da persone selezionate dal voto alle urne. Eppure, perché non dovremmo trovare delle persone sagge se gli altri fattori sono fuori controllo? Si posso avanzare obiezioni sul fatto che le persone che riescono a superare gli esami non siano necessariamente davvero sagge, ma gli esami sono comunque un modo più affidabile o il solo praticabile per scovare del talento laddove i candidati si presentano a milioni.

Non sono sicuro di come i lettori giudicheranno questo tipo di proposta dato, che una camera alta di questo genere è lontana da qualsiasi definizione di democrazia. Ma a me sembra che vada bene. Ciò non significa che io sia votato a questa proposta, ma che per me è un’alternativa accettabile. È davvero difficile mettersi nei panni dell’altro se non si condivide il suo modo di pensare. Ad esempio, io credo fermamente che i figli adulti debbano essere costretti dalla legge a sostenere i propri genitori e posso ancora ricordare come rimasi sorpreso quando seppi per la prima volta che non era una regola valida in tutto il mondo. Ma il fatto che i figli adulti non siano obbligati ovunque, dalla legge a sostenere i propri genitori non fa tremare affatto le mie convinzioni. Allo stesso modo, riesco a immaginare quanto possano essere sorpresi alcuni lettori leggendo una proposta di questo tipo con una camera alta che non è pensata per svolgere ruoli di rito ma per godere di potere sostanziale.

“È veramente interessante” potranno dire alcuni lettori “ma siamo più interessati a come si possa realizzare una camera bassa eletta democraticamente.” Bene, ad essere sincero, non lo so. Ma so cosa mi preoccupa: la difficoltà di trovare un impiego, i prezzi delle case che aumentano vertiginosamente, i costi altissimi della sanità, la corruzione…La democrazia può trasformare la Cina nel Lussemburgo che gode del più altro prodotto interno lordo pro capite del mondo? O nella Finlandia che è al primo posto nel rapporto annuale internazionale sulla trasparenza? Oppure può aiutare gli studenti a trovare un lavoro dopo il diploma? Forse non si dovrebbe mai nutrire un’aspettativa così ambiziosa e dovremmo prestare più attenzione alle nostre controparti che hanno condizioni sociali ed economiche simili, come l’India ad esempio. Quando mi sono lamentato della corruzione in Cina con un amico indiano, tuttavia, mi ha risposto che in India la corruzione è ovunque. Forse dovremmo aspettare e, alla fine, la nostra pazienza verrà ripagata quando la democrazia porterà prosperità e ridurrà la corruzione.

I benefici di lungo termini supereranno i costi di breve termine, come mi è stato detto da un professore di scienze politiche italiano dopo che aveva tenuto una conferenza a Pechino. Anche se fosse vero, resta ancora un problema che paradossalmente rappresenta l’influenza esercitata dal pensiero occidentale negli ultimi vent’anni, ovvero, perché dovremmo sacrificare gli interessi della mia generazione – me compreso – a beneficio di chi verrà dopo? Sebbene personalmente preferisca le teorie politiche astratte, compresa la proposta presentata da Daniel A. Bell, non ne consegue che non mi interessi della vita reale. Un anno e mezzo fa, mancavano solo diversi mesi al diploma e tutti erano impegnati a cercare un lavoro. La maggior parte delle persone non era di buon umore. Un giorno ricevetti una telefonata nel mio dormitorio e una voce femminile con accento straniero mi disse: “Ascoltami, il governo cadrà…” Era triste che non sapessi cosa stesse per dire mentre riattaccavo il telefono. Dovrei scusarmi per la mia maleducazione ma spero che i lettori capiscano un uomo che manca dell’esperienza adeguata per rispondere a una notizia come “Sei licenziato” o “Non troverai mai lavoro”. Forse la prossima volta, la donna dovrebbe iniziare così: “Ascoltami, ti sto offrendo un lavoro.”

Traduzione di Martina Toti

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