Dialogo o dure campagne? Forse serve una divisione del lavoro
M. W. 19 December 2007

Questo testo è il terzo e ultimo intervento di Michael Walzer nel dialogo svoltosi tra l’autore e la filosofa Nadia Urbinati. Il dialogo ha avuto origine dall’articolo di Urbinati “No al manicheismo, scelgo il dialogo come Bobbio”, pubblicato dalla rivista Reset nel numero 103 (settembre-ottobre 2007).

Cara Nadia,
Sembra che l’analogia sulla Guerra fredda sia un punto centrale della nostra discussione, periodo del quale tu ricordi la versione italiana, in cui Bobbio si è impegnato a favore di una politica del dialogo, invece che di contrapposizione. A questo riguardo, ho ammesso che in Italia la sua posizione è stata corretta. Tuttavia, la sua efficacia, persino in Italia, è dipesa dalle contrapposizioni internazionali su più larga scala: senza la dottrina Truman in Grecia, la guerra di Corea, Radio Europa Libera, senza il forte sostegno e la grande pubblicità dati dai sostenitori della Guerra fredda americani ai dissidenti dell’Est Europa, senza le rivolte in Ungheria e nell’ex Cecoslovacchia, il regime stalinista sarebbe stato un sistema fiorente e probabilmente in espansione e il Partito comunista italiano non avrebbe cambiato per nulla.

Mi sembra che esista forse un argomento a sostegno di una divisione del lavoro, per la quale alcuni di noi dovrebbero impegnarsi nel favorire una cultura del dialogo, mentre altri dovrebbero sostenere una dura campagna ideologica (non contro l’islam in blocco) ma contro il fanatismo jihadista. Ma se quel che dico è vero, come mai a «Reset» sono così ostili nei confronti di una campagna dura? Continuerò a essere scettico nei confronti del valore dello scambio interculturale, non ostile, ma scettico. Però sono convinto non solo del valore ma anche della necessità di un dialogo a livello locale – tra sostenitori e contrari – per stabilire se sia giusto o meno che una moschea venga costruita in una determinata città.

Saluti,
Michael

Michael Walzer insegna Scienze sociali all’Institute for Advanced Study di Princeton. E’ uno dei protagonisti del dibattito pubblico in America e in Europa. Dirige la rivista Dissent e collabora al periodico The New Republic. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Ragione e passione (Feltrinelli, 2001), Sulla tolleranza (Laterza, 2003), Sulla guerra (Laterza, 2004).

Traduzione di Antonella Santilli

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