L’Arabia Saudita guida la svolta, ma è ancora l’inizio
Un’ intervista a Wagdy Sawahel 30 September 2010

Le innovazioni apportate dagli Stati Arabi in campo scientifico non sono più soltanto un dato contenuto nei libri di storia.

Il mondo arabo sta sperimentando una politica aggressiva di investimenti in settori chiave dell’economia basata sulla conoscenza (knowledge-based economy). Si tratta di quelli dell’istruzione e di apprendimento, innovazione e tecnologia dell’informazione. E’ ciò che emerge anche dai rapporti internazionali. Tuttavia, ciò non significa che ci troviamo in una situazione favorevole. Le nazioni arabe spendono soltanto lo 0,15 per cento del loro PIL in ricerca e sviluppo, molto al di sotto della media mondiale dell’1,4 per cento. La fuga degli scienziati, scoraggiati da fattori che vanno dalla mancanza degli investimenti nella ricerca, all’instabilità sociale e politica nella regione, costituiscono una minaccia per il futuro dello sviluppo scientifico e tecnologico nel mondo arabo.

Quali sono le Nazioni arabe leader dello sviluppo in campo scientifico?

L’Egitto e l’Arabia Saudita sono le nazioni arabe che guidano la rivoluzione scientifica nel mondo arabo. In particolare, i piani di riforma del Ministero saudita dell’Istruzione Superiore (MOHE) rivolti agli Istituti superiori e Università che riguardano disponibilità tecnica e infrastrutture stanno ponendo questa Nazione al top a livello regionale e internazionale. Uno studio pubblicato nel giugno del 2010 dalla Royal Society di Londra ha classificato questo stesso Paese al primo posto fra quelli del Golfo Persico, e al secondo nel mondo arabo, per la produzione scientifica. Un altro dato è interessante. Mentre nel mondo le donne costituiscono poco più di un quarto dei ricercatori, in Arabia Saudita sono il 17 per cento. Si tratta di una percentuale superiore a quella della Germania (12 per cento), Giappone (12 per cento), Corea (11 per cento), e del Lussemburgo, secondo quando pubblicato in un recente rapporto dell’UNESCO dal titolo “Donne nella scienza: sottorappresentate e sottovalutate”. Secondo il Global Education Digest 2009 dell’UNESCO, in Arabia Saudita le donne superano la media mondiale delle iscritte alle università dove ottengono pure risultati migliori, sempre rispetto alla media mondiale. Tuttavia è importate sottolineare che sono Iran e Turchia i Paesi della regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) che guidano la rivoluzione scientifica. Nonostante i 30 anni di embargo, l’Iran ha fatto registrare progressi significativi in diversi settori, fra cui quelli aerospaziale, nucleare e delle scienze mediche, dello sviluppo agricolo, degli studi sulle cellule staminali e clonazione.

Quali sono i settori della ricerca in cui le Nazioni arabe investono di più (e con più successo)?

Il 44 per cento dei ricercatori arabi lavora nei settori dello sviluppo agricolo e idrico. Ciò significa che la cosiddetta knowledge economy non ha fatto ingresso ancora nelle economie della regione. Tuttavia, alcune iniziative si stanno facendo avanti in settori emergenti come quello della nanotecnologia, biotecnologia, information technology ed energie rinnovabili.

Quest’anno tre inviati scientifici del Presidente Obama hanno visitato la regione.

Dopo un viaggio, a febbraio, in Arabia Saudita, Abu Dhabi e Qatar, l’inviato scientifico USA Elias Zerhouni ha svolto una visita di due settimane in Nord Africa. Si è recato in Algeria, Libia, Marocco e Tunisia. Altri due inviati americani hanno svolto separatamente visite ufficiali in Paesi a maggioranza islamica. Ahmed Zewail si è recato a gennaio in Egitto, Giordania, Libano e Turchia, mentre Bruce Alberts è stato in Indonesia e Pakistan. Lo scopo dichiarato di queste missioni è stato quello di rafforzare e rilanciare e concludere nuove partnership nei settori dell’istruzione superiore, della scienza e tecnologia attraverso incontri con ministri e rappresentanti delle comunità locali. Il programma americano degli inviati scientifici è un elemento chiave nella nuova strategia USA in ambito scientifico e tecnologico illustrata dal presidente Barack Obama durante lo storico discorso tenuto nel giugno del 2009 nell’Università del Cairo. Vorrei però sottolineare che questo programma deve servire a produrre benefici reciproci e rispetto reale, e non solo a promuovere gli interessi politici USA perché migliora la percezione che ha la popolazione locale nei confronti dell’amministrazione di Washington.

I blogger arabi occupano spesso le prime pagine dei giornali. Ma la penetrazione di Internet nella regione MENA è di appena il 20 per cento.

Ci sono diversi fattori che spiegano la bassa penetrazione di Internet nel mondo arabo. Secondo un rapporto del 2008 commissionato dalla Telecommunications Regulatory Authority of Bahrain, e svolto da Teligen, un’agenzia britannica di consulenza per la comunicazione, a causa della mancanza di competitività fra internet service providers gli utenti nel mondo arabo che utilizzano linee veloci pagano in media 6 volte di più di quelli europei. Anche la cosiddetta “Arabizzazione” di Internet rappresenta un passo importante nella costruzione della società dell’informazione e riduzione del knowledge-gap fra Stati arabi e nazioni sviluppate. A questo proposito, di recente l’Arabia Saudita ha concluso un accordo con Google per incrementare il livello dei contenuti in lingua araba disponibili sul motore di ricerca.

SUPPORT OUR WORK

 

Please consider giving a tax-free donation to Reset this year

Any amount will help show your support for our activities

In Europe and elsewhere
(Reset DOC)


In the US
(Reset Dialogues)


x