Il viaggio surreale di «Stan Trek»
30 giugno 2010

Le cinque regioni dell’Asia centrale di cui parla Stan Trek – Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan – sono al centro di un nuovo “Grande Gioco” che si disputa tra paesi quali Usa, Cina e Russia, ma anche Stati come Turchia, Iran, Pakistan e India. Nonostante ciò, quest’area rimane ancora sconosciuta, mentre sarebbe necessario iniziare a inoltrarsi in posti così lontani per apprendere la storia, avvicinarsi alle abitudini e alle usanze di popolazioni ancora con retaggi nomadi e scoprirne le enormi ricchezze naturali.

Stan Trek – stan è il suffisso presente in ognuno dei nomi e significa appunto Paese – viene definito dall’autore stesso «un saggio di attualità e un diario di viaggio». Alla fine degli anni ’90, Ted Rall ha la possibilità di fare un viaggio per scrivere un reportage e sceglie il luogo più remoto della terra: l’Asia centrale. Dopo aver letto qualche libro e parlato con i consoli dei paesi che intendeva visitare, lo scrittore decide di iniziare questa avventura e affrontare qualsiasi tipo di esperienza gli fosse capitata, considerando poi che le cinque regioni avevano raggiunto l’indipendenza dall’Unione sovietica solo dal 1991. La mancanza improvvisa dei fondi sovietici, che avevano garantito e sostenuto la vita dei paesi centroasiatici, porta all’impoverimento della popolazione, al decadimento delle infrastrutture e alla necessità di una riorganizzazione interna. Per l’autore quel viaggio rappresenta il primo di una lunga serie, che gli offrirà la possibilità di assistere in prima persona alle radicali trasformazioni che ancora oggi avvengono in Asia centrale.

Ted Rall riesce a raccontare le esperienze surreali di cui è protagonista, a spiegare le implicazioni politiche ed economiche e a fornire informazioni pratiche attraverso diverse forme di comunicazione. Il libro alterna l’analisi e lo studio dei diversi paesi alla graphic novel, con l’inserimento di fotografie in bianco e nero. Un insieme di generi per dare un quadro preciso delle singole regioni e per descrivere con ironia le difficoltà incontrate nel corso del viaggio. Interminabili percorsi in treno, intossicazioni alimentari, il controllo dei passaporti sono alcuni episodi narrati dall’autore con tratti di matita, e la scelta del disegno serve a mostrare in modo ancora più dettagliato l’immagine degli stan. A completare il tutto, si aggiungono una serie di schede con informazioni geografiche e cenni storici dei singoli paesi e con notizie utili sui visti, oppure per conoscere curiosità e aneddoti su tagiki, uzbeki o turkmeni.

Così, attraverso diverse forme di linguaggio, il lettore riesce ad avere un quadro preciso e inaspettato dell’Asia centrale. Ted Rall per esempio delinea la figura di Saparmurat Niyazov, dittatore egocentrico ed eccentrico del Turkmenistan, e ne racconta le innumerevoli stravaganze. Niyazov decide di conferirsi il titolo onorifico di Turkmenbashi, cioè “leader di tutte le persone di etnia turkmena”, di adornare con poster giganti con la sua faccia tutti gli edifici delle città, di rinominare i giorni della settimana e di estendere la giovinezza fino a 25 anni, di ordinare al popolo di tagliarsi i capelli e smettere di fumare. E mentre Niyazov è al potere e accresce i depositi nei suoi conti esteri, i turkmeni diventano sempre più poveri, analfabeti e incapaci di ribellarsi a regole che spesso toccano il ridicolo. L’autore affronta tematiche come il disastro ecologico del lago Aral e l’attenzione dei governi per i gasdotti e gli oleodotti di importanza cruciale, considerate le enormi riserve delle regioni centroasiatiche, per poi raccontare il buzkashi (buz è capra e kashi significa fracassare). Antico e sanguinario sport dell’Asia centrale, vede centinaia di cavalieri che, senza esclusione di colpi, cercano di trascinare la carcassa di una capra in una meta. Migliaia di spettatori e centinaia di morti e feriti per uno sport che ancora oggi rappresenta l’orgoglio nazionale e personale di queste popolazioni.