larjiani
  • Antonella Vicini 1 marzo 2012
    Più di tremila e quattrocento candidati per le elezioni parlamentari iraniane, le none nella storia della Repubblica Islamica. Un voto interpretato da molti come un test sullo stato di salute politica della presidenza perché chiude un periodo di scontri molto accesi all'interno del Majles in cui il fronte conservatore si è mostrato ben poco coeso. Le consultazioni del 2 marzo sono arrivate in un momento piuttosto delicato per il Paese, non solo per la disputa ancora aperta sul nucleare, ma anche per le minacce giunte da Israele e per la situazione che sta affrontando un alleato storico come la Siria di Bashar al Assad. Sono, inoltre, il primo voto nazionale dalle presidenziali del 2009 e rappresentano una verifica sul coinvolgimento della popolazione nella vita politica, dopo le proteste dell'Onda Verde e dopo che gli esponenti di spicco tra i riformisti sono stati messi ai margini.
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