democrazia
  • Adnane Mokrani 9 febbraio 2016
    Quale è l’identità dello “Stato Islamico”? Può esistere una religiosità senza libertà? Ci risponde, Mokrani con una sua analisi politico storica della realtà dell’Islam, che ci mostra la strada verso una vera laicità.  
  • Karen Barkey, Columbia University 8 aprile 2014
    “Credo che sia un momento molto importante per riflettere sulla storia dell’Impero ottomano”, spiega Karen Barkey, sociologa e direttrice dell’Institute for Religion Culture and Public Life della Columbia University. “Il Medio oriente sta vivendo una transizione verso società più democratiche, e allo stesso tempo assistiamo alla crescita dell’islamismo e alla nascita di nuovi partiti politici si ispirazione islamica. Questo significa che tale transizione avviene precisamente in un momento in cui le persone cominciano a ripensare l’Islam nel contesto della democrazia. Molti guardano anche al proprio passato e ai modi tradizionali di comprendere l’Islam, per capire come impiegarlo nella società moderna. Per questo, si cerca di guardare agli elementi del passato ‘utilizzabili’ anche nel presente. A mio avviso, l’Impero ottomano è un passato ‘utilizzabile’ estremamente interessante perché – benché spesso descritto e spiegato come un impero islamico – di fatto era un impero nel quale la religione era equilibrata all’interno di rapporti ‘duali’ che le impedivano di diventare un fattore egemonico. È per questo motivo che proprio oggi l’esempio dell’Impero ottomano dovrebbe essere osservato meglio”. Abbiamo intervistato Karen Barkey durante i nostri Istanbul Seminars 2013.
  • Andrew Arato 15 febbraio 2013
    Per creare un ordine politico democratico dopo una rivoluzione contro un potere autoritario, il processo di transizione deve incarnare un vero e proprio potere costituente democratico, spiega il politologo Andrew Arato agli Istanbul Seminars di Reset-Dialogues: la democrazia ha bisogno di consenso e stimoli attivi da parte della società civile, e non solo da parte della élite. Nell’Egitto della primavera araba questa forma di potere costituente democratico non è mai realmente emersa, in parte anche perché la Fratellanza musulmana ha permesso ai militari di imporre le proprie regole del gioco in cambio di un’anticipazione delle elezioni che ha finito per favorirla, a discapito dei movimenti spontanei di piazza Tahrir e degli schieramenti politici meno organizzati.Andrew Arato è Dorothy Hart Hirshon Professor in teoria politica e sociale presso il dipartimento di sociologia alla The New School University di New York.
  • Asaf Akat, Albena Azmanova, Marina Calloni, Timur Kuran, Jim Sleeper 19 maggio 2012
    Video della prima tavola rotonda (Sabato 19 maggio 2012) degli Istanbul Seminars 2012 (19-24 maggio 2012), in cui Asaf Akat, Albena Azmanova, Marina Calloni Timur Kuran e Jim Sleeper discutono in inglese il tema “Populism and Technocracy: Twin Dangers for Democracy?”. Anche le altre tavole rotonde saranno trasmesse online nei prossimi giorni.Ulteriori informazioni e programma degli Istanbul Seminars 2012 qui
  • Abdou Filali-Ansary, filosofo marocchino (2/2) 13 giugno 2011
    Un processo di secolarizzazione sta coinvolgendo, seppur lentamente, anche il mondo musulmano, dove è ormai evidente l’aspirazione della gente alla partecipazione politica ed economica, alla giustizia sociale e ai diritti umani. Allo stesso tempo, la maggior parte di queste persone rifiuta di diventare, o di definirsi, laica. Le ragioni sono molteplici: malintesi, traduzioni sbagliate o poco accurate del concetto di secolarismo in termini ateistici, paura di perdere la propria religione e identità, ma anche la memoria crudele di regimi laici e tirannici e il risentimento nei confronti di élite secolari che si accaparrano tutti i vantaggi del progresso economico.Il filosofo marocchino Abdou Filali-Ansary, ex direttore della Aga Khan University di Londra ne parla con ResetDoc durante gli Istanbul Seminars.
  • Sadik Al-Azm 11 maggio 2011
    Gli islamisti vogliono riottenere il controllo di tutti gli aspetti della
vita quotidiana, sostiene il filosofo siriano Sadik Al-Azm.
L’esistenza di un movimento reazionario lascia pensare che non ci sarà fine alla violenza.
Questo movimento vuole riesumare tutto ciò che si è perso, invece di
individuare modi innovativi per vivere l’Islam oggi. 


  • Benjamin Barber 7 dicembre 2010
    «Dobbiamo esaminare cosa intendiamo per religione e democrazia, e quale tipo di religione sia compatibile con quale tipo di democrazia. Non dovremmo parlare di Islam, di Cristianità e di liberal democrazia al singolare ma al plurale – sostiene in questa video-intervista a Resetdoc Benjamin Barber, presidente e direttore dell’Ong internazionale CivWorld di Demos e autore di Jihad vs. McWorld e Consumed – C’è una tensione naturale e salutare tra religione e stato, ma allo stesso tempo tra loro c’è una complementarietà. Il dispotismo non ha bisogno della religione, la libertà sì».
  • Sara Hejazi 1 aprile 2010
    Nadia Urbinati e Paul Ginsborg discutono di potere politico e popolo in occasione delle “Lezioni Bobbio 2010”. Per lo storico dell'Università di Firenze, la parola chiave per intendere il limite della democrazia oggi è distanza; una distanza spaziale, economica, sociale, che separa la classe politica dal resto della cittadinanza. Per la politologa della Columbia, nelle moderne democrazie rappresentative vediamo il cittadino ridotto a mero elettore della classe politica, mentre chi forma le opinioni e i giudizi politici rimane un’oscura e poco definita forza.
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