bashar-assad
  • Abdullahi An-Na'im 13 ottobre 2011
    Imporre allo Stato di essere neutrale nei confronti della religione non significa prendere posizione sulla religione, ma non significa neanche che la religione non abbia nulla a che fare con lo spazio pubblico. Semplicemente, distinguo lo Stato dalla politica: la religione e lo Stato devono essere separati, ma la religione e la politica non possono e non dovrebbero essere separati. I credenti agiscono politicamente come credenti, e noi dobbiamo confrontarci con il paradosso di mantenere la separazione tra Stato e religione in una realtà dove religione e politica sono intimamente connesse.
  • Soli Özel 11 ottobre 2011
    TURCHIA – Quali conseguenze avranno le dimissioni del Capo di Stato maggiore e delle più alte autorità militari turche sulla situazione politica e sociale del paese? Secondo Soli Özel, analista politico e docente di relazioni internazionali presso le università Bilgi e Kadir Has di Istanbul che Resetdoc ha intervistato a Roma il 12 settembre, queste dimissioni rappresentano il culmine di un processo di demilitarizzazione della politica turca durato quasi dieci anni. Il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo di Erdoğan sembra essere riuscito a rovesciare a favore dell’autorità civile un equilibrio apparentemente granitico, che per più di mezzo secolo ha visto i militari intervenire nel processo politico turco in nome della difesa della laicità. Anche di fronte alla Primavera araba e al conflitto israelo-palestinese il governo turco ha assunto posizioni dai contorni ben definiti, da ultimo, in Egitto, l’inaspettata (almeno in Italia) difesa del secolarismo di Stato. Soli Özel analizza la nuova Turchia e le sue relazioni internazionali, paese per paese, dalla Siria alla Libia agli Stati Uniti, individuando le strategie e gli obiettivi da essa perseguiti nella conquista di un nuovo, e già decisivo, ruolo politico a livello regionale e mondiale.Leggi qui il testo dell’intera intervista in italiano
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