Kwane Anthony Appiah, un ghanese a Princeton
Alessandro Lanni 24 settembre 2007

Nella prima parte della sua carriera si è occupato di filosofia del linguaggio, ambito nel quale ha pubblicato Assertion and Conditionals e For Truth in Semantics. Nel 1992 pubblica In My Father’s House (Oxford University Press), che segna uno stacco nella carriera filosofica. Un saggio che affronta la questione africana, in primo luogo dell’invenzione dell’Africa da parte dell’Occidente e del ruolo che gli intellettuali africani e afro-americani hanno (e dovrebbero avere) nella costruzione della vita culturale dell’Africa attuale. Al tema della razza quale prodotto dell’ideologia politica degli europei che colonizzarono l’Africa, Appiah ha dedicato numerosi studi, tra i quali, insieme a Amy Gutmann, Color Conscious: The Political Morality of Race (Princeton University Press, 1996).

Nel 2004, ha pubblicato Thinking It Through (Oxford University Press), che rilegge la storia della filosofia alla luce dell’etnocentrismo che vizierebbe alcuni sistemi di pensiero. Nel gennaio 2005, esce forse quello che è considerato, finora, il libro principale di Appiah, The Ethics of Identity (Princeton University Press), nel quale le questioni della razza, del nazionalismo, della religione, del sesso e del genere sono affrontate e analizzate per comprendere fino in fondo il rapporto che esiste tra individuo e comunità, per smontare l’idea che cultura o differenze siano valori in sé. Una nuova visione di un umanesimo liberale che non mette tra parentesi le differenze ma non dimentica neanche la necessità di un terreno condiviso.

Nell’ultimo volume pubblicato, Appiah prova a costruire un cosmopolitismo che sia in grado di fare i conti con le differenze tra gli individui. Cosmopolitismo (Laterza 2007) è un manifesto, ben scritto e anche divertente a tratti, che riprende alcuni temi del volume precedente contro il clash of civilizations e a favore di una società planetaria nella quale le differenze non sono calpestate ma esaltate da una visione comune dell’uomo. Finalmente a febbraio, esce questo libro in traduzione anche in Italia, prima opera tradotta di uno dei più noti filosofi occidentali contemporanei. Kwame Appiah è autore anche di tre romanzi gialli: Avenging Angel, Nobody Likes Letitia e Another Death in Venice.