Un amore speziato tra Londra e l’India
Francesca Giorgi 25 maggio 2011

Un’intera esistenza racchiusa fra le pagine di un romanzo, una storia di vita narrata e contemporaneamente quasi vissuta da chi ha la fortuna di leggere. Vicende di una donna che si intrecciano con quelle di altre donne e altri uomini, spingendoti ad andare nella profondità di ciascuna di esse quasi ti appartenessero. E’ questa la grande magia che permea Profumo di spezie proibite (Edizioni Piemme, Milano 2011 – Euro 19,50 – Traduzione di Teresa Badalucco), romanzo d’esordio della scrittrice anglo-indiana Priya Basil. Un libro che assomiglia a una saga familiare ma ne supera i confini; che parla di amore ma anche di morte, segreti, bugie, invidie e tragiche incomprensioni; che ha una protagonista senza farne un’eroina, e mille personaggi che spiccano ciascuno per le proprie peculiarità.

L’articolata vicenda si svolge tra India, Kenia, Uganda e Inghilterra, a partire dal 1948, anno della tragica partizione tra India e Pakistan e inizio della dissoluzione dell’Impero Britannico. Sarna è una giovane donna che lascia la propria casa, in India, in seguito al matrimonio con Karam, un indiano la cui famiglia vive da molti anni in Kenia. L’unione tra i due, come quasi sempre avveniva e tuttora spesso avviene nella società indiana, non è frutto di amore reciproco, bensì di un accordo tra le rispettive famiglie. Ciò non significa che tra i due non ci sia nulla, al contrario. Karam è fortemente attratto dalla bellezza di Sarna e dalla sua grande passione per la cucina e le spezie, mentre la giovane vede nel marito la speranza per ricominciare una nuova vita, lasciandosi alle spalle un inconfessabile passato.

Si crea così, tra Karam e Sarna, un vincolo indissolubile, che li terrà uniti a dispetto dei segreti e delle bugie, delle sofferenze e dei tradimenti, dei silenzi e delle povertà che continueranno a permeare la loro vita fino alla fine, impedendo loro di essere veramente felici. Attorno a loro si muovono, come detto, molti altri attori: innanzi tutto le loro numerose famiglie di origine, poi i loro figli, e poi ancora conoscenti e strane figure che qua e là arricchiscono la storia come piccoli cammei. Straordinariamente, ciascun personaggio che il lettore incontra in questo percorso letterario è descritto dall’autrice con estrema efficacia, tanto da lasciare un’impronta indelebile nella memoria. Molti fanno sorridere (l’ironia appare come uno degli elementi fondamentali della scrittura di Priya Basil), altri ancora pongono il lettore di fronte alle meschinità dell’essere umano. Tutti sono estremamente reali.

Dopo un periodo passato a Nairobi, in Kenia, a casa della famiglia di Karam, in cui Sarna è stata costretta a subire ogni tipo di angheria da parte della suocera e della cognata, i due decidono di trasferirsi a Kampala, in Uganda, dove Karam può mantenere il suo impiego per il governo inglese, e Sarna spera di trovare finalmente la felicità. Ma il giovane ha dentro di sé delle antiche inquietudini che lo spingono a desiderare fortemente di viaggiare, vedere il mondo e partecipare in prima persona agli eventi che ne scandiscono la Storia, quella che si scrive nei libri. Così, spinto dalla convinzione che l’Inghilterra sia ancora il centro dell’universo come quando lui era bambino, acquista una casa a Londra, vi fa trasferire tutta la sua famiglia, spingendo la moglie e i due figli, Pyari e Rajan, a ricominciare, ancora una volta, da capo.

Qui, la famiglia si troverà ad affrontare molti problemi, primo fra tutti lo scontro violento fra la cultura sikh e quella occidentale, la solitudine, la mancanza di reti sociali strutturate come quelle che aveva stabilito a Kampala. Soprattutto, gli antichi segreti cominceranno a bussare alla sua porta, spezzando gli equilibri e portando, infine, all’inevitabile resa dei conti. In Profumo di spezie proibite Pryia Basil tesse una trama avvincente e ben lontana dalla banalità, con molti colpi di scena che fanno arrivare all’ultima pagina in un attimo. Lo stile è asciutto ed essenziale, per lo più gradevole nella sua scorrevolezza. In più, la grande attenzione che l’autrice dedica alla descrizione spazio-temporale è una enorme ricchezza per il testo. Il lettore si trova catapultato non solo in luoghi diversi, ma anche in momenti storici particolari visti dagli occhi di chi ne potrebbe essere stato spettatore. Come quando Karam decide di trasferirsi da solo a Londra per imparare a riparare i primi frigoriferi, o quando vi si reca nuovamente per assistere alle nozze del Principe d’Inghilterra Carlo con Diana Spencer. Così come potrebbe fare ciascuno di noi con i propri occhi, Profumo di Spezie proibite offre diversi sguardi sul mondo e sull’umanità, arrivando con l’immaginazione molto vicino alla realtà.