moschea
  • Stefano Allievi, Università di Padova 8 maggio 2012
    L’Europa è attraversata dal risentimento e da tensioni reciproche in reazione alla crisi economica, a quella demografica, e soprattutto al cosiddetto “Altro”, oggi spesso identificato con i musulmani. Eppure, se vogliamo l’integrazione effettiva delle minoranze, dobbiamo comprendere che il conflitto stesso è una solo una fase – benché necessaria – del processo di integrazione. In questa fase, il conflitto scivola facilmente su un terreno di “scontro tra civiltà”: noi/loro, amico/nemico ecc. ed è per questo che occorre agevolare il dialogo tra gli attori coinvolti nello scontro. Infatti, non bisogna dimenticare che il conflitto è un processo dinamico, nel quale abbiamo a che fare con altri attori sociali che, come noi, proprio grazie al conflitto possono cambiare il propri atteggiamenti e la propria visione del mondo. Ne abbiamo parlato con Stefano Allievi, Sociologo dell’Università di Padova, durante l’edizione 2011 degli Istanbul Seminars organizzati da Reset Dialogues.
  • Margot Badran 25 marzo 2010
    «Ho pensato, qui siamo in una moschea degli Stati Uniti, nella capitale del Paese, e le auto-proclamatesi autorità della moschea, hanno fatto intervenire la polizia municipale per cacciare un gruppo di donne che voleva soltanto pregare nello spazio congregazionale principale. Assurdo. E’ così che devono essere spesi i soldi dei contribuenti? In difesa della segregazione di genere? Pensavo che in questo Paese i giorni della segregazione fossero finiti da tempo. Mi chiedo: di chi è la casa di Dio?»
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