intervista
  • Samir Frangieh 20 agosto 2014
    “Penso che il fenomeno più importante al quale assistiamo oggi nel mondo arabo sia la riscoperta dell’autonomia personale,” spiega Samir Frangieh, intellettuale e uomo politico libanese. “Vale a dire: le persone sono coscienti che possono diventare artefici della propria storia. Questo è assolutamente nuovo in una regione in cui per decenni l’individuo è stato ridotto al gruppo, il gruppo è stato ridotto al partito che lo rappresenta e il partito che lo rappresenta è stato ridotto al capo che lo guida. Ci si è dunque ritrovati in questa situazione in cui un intero paese finiva per essere identificato in una persona, per esempio la Siria di Assad, in cui tutto il mondo arabo era catalogato con dieci nomi: tutto il mondo arabo, si tratta di 500 milioni di persone ridotte a dieci o quindici nomi. È questo che la primavera araba ha cambiato.” Abbiamo intervistato Samir Frangieh nel 2013.
  • Alain Touraine 31 ottobre 2013
    «La categoria dell’immigrato è inventata da e per la parte meno abbiente della società, e gli immigrati sono infatti “inventati” per fungere da capri espiatori di problemi di cui non sono responsabili», spiega il sociologo francese Alain Touraine in questa video-intervista a Resetdoc. «Oggi in Europa, inoltre, la principale preoccupazione non sembrano essere quanti provengono dai Paesi arabi – aggiunge – ma dall’Est Europa». (Se non riuscite a vedere il video, potete visitare la nostra pagina YouTube)
  • Soli Özel 11 ottobre 2011
    TURCHIA – Quali conseguenze avranno le dimissioni del Capo di Stato maggiore e delle più alte autorità militari turche sulla situazione politica e sociale del paese? Secondo Soli Özel, analista politico e docente di relazioni internazionali presso le università Bilgi e Kadir Has di Istanbul che Resetdoc ha intervistato a Roma il 12 settembre, queste dimissioni rappresentano il culmine di un processo di demilitarizzazione della politica turca durato quasi dieci anni. Il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo di Erdoğan sembra essere riuscito a rovesciare a favore dell’autorità civile un equilibrio apparentemente granitico, che per più di mezzo secolo ha visto i militari intervenire nel processo politico turco in nome della difesa della laicità. Anche di fronte alla Primavera araba e al conflitto israelo-palestinese il governo turco ha assunto posizioni dai contorni ben definiti, da ultimo, in Egitto, l’inaspettata (almeno in Italia) difesa del secolarismo di Stato. Soli Özel analizza la nuova Turchia e le sue relazioni internazionali, paese per paese, dalla Siria alla Libia agli Stati Uniti, individuando le strategie e gli obiettivi da essa perseguiti nella conquista di un nuovo, e già decisivo, ruolo politico a livello regionale e mondiale.Leggi qui il testo dell’intera intervista in italiano
  • Elisa Pierandrei 1 giugno 2011
    Una tiratura di 20mila copie distribuite gratuitamente a Milano, dove si trova la sede della redazione, e in altre 6 città del centro e nord Italia. Il mensile MiPais (www.mipais.it) rappresenta una novità nel panorama delle riviste cosiddette etniche distribuite in Italia: è specializzato nella politica e nell’economia del Sudamerica – come pochi altri del genere – e si propone come mezzo per l’integrazione. È scritto in lingua spagnola ad eccezione di uno o due articoli in ogni numero che sono in italiano, come quelli che trattano di turismo e che mirano a far conoscere al pubblico nostrano le bellezze del Sudamerica. A seguire questo progetto nato nel 2005, da qualche anno c’è un giovane cileno con il pallino del marketing e dell’editoria, Ricardo Quiroga, in Italia con la sua famiglia.
  • Albena Azmanova 18 maggio 2011
    Per essere competitivi in un mondo globalizzato, moltissimi paesi hanno cominciato a deregolamentare e a liberalizzare l’economia, lo Stato ha rinunciato ampiamente alla propria responsabilità per le politiche economiche, e i cittadini sono divenuti interamente responsabili per la propria sopravvivenza. Qual è la relazione che intercorre tra la xenofobia crescente, alimentata da politiche della paura sempre più diffuse, e l’insicurezza economica che attraversa il mondo di oggi? In occasione degli Istanbul Seminars, ResetDOC ha intervistato la politologa Albena Azmanova.
  • Olivier Roy 8 marzo 2011
    «Oggi assistiamo a un nuovo mercato religioso globale. La gente si converte a ogni tipo di religione, qualunque sia il loro background culturale – dice Olivier Roy, studioso francese di Islam, in questa intervista a Resetdoc – E funziona, perché queste religioni sono oggi deculturalizzate, hanno esplicitamente tagliato ogni legame con delle culture specifiche. Possiamo parlare di “religioni McDonald’s”: vendono lo stesso prodotto ovunque nel mondo, non curandosi di adattarsi alle culture locali».
  • Ibrahim Kalin 1 novembre 2010
    «A livello sociale e politico, la religione può essere fonte di integrazione o di divisione, a seconda del modo in cui si definiscono i valori religiosi – dice in questa video-intervista a Resetdoc Ibrahim Kalin, consigliere di politica estera del primo ministro Tayyip Erdogan – L’esperienza della democratizzazione in Turchia è anche un’esperienza di democratizzazione del discorso religioso. Io vedo un grande movimento in atto nelle comunità religiose più conservatrici e tradizionaliste turche: stanno abbracciando sempre più i valori della democrazia, delle libertà civili e dei diritti umani».
  • Il filosofo del Boston College David M. Rasmussen 20 agosto 2010
    «La modernità è molteplice e ad essa si sono adattate in maniere completamente differenti varie civiltà – dice in questa video-intervista a Resetdoc il professor David M. Rasmussen (Boston College) – L’Islam ha le risorse politiche al suo interno per confrontarsi con il mondo moderno. Il principio globale della giustizia deve essere il principio della tolleranza».
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