Tradurre per intravedere il mondo
Elisa Pierandrei intervista Hala Salah El-din Hussein 30 August 2011

Come hai scelto il nome Albawtaka e che cosa significa?

Albawtaka è una parola araba che significa Il Crogiuolo (The Crucible). È anche il titolo di una rivista online, una pubblicazione indipendente no-profit che esce a scadenza quadrimestrale. La casa editrice Albawtaka Publishing House (fondata nel 2010) dovrebbe essere “l’ala redditizia” che serve a stampare traduzioni in arabo di fiction inglese e antologie delle pubblicazioni di Albawaka Review. Sono di fatto inseparabili in quanto condividono la stessa missione: introdurre i lettori arabi alla lettura dei racconti/romanzi brevi in lingua inglese, sia online che sulla carta stampata.

All’inizio, quando ho deciso che avrei pubblicato Albawtaka Review, mi sono fermata a pensare – almeno un paio di ore – ad un nome che suonasse gloriosamente “letterario!”. La parola Albawtaka mi frullava in testa da quando ero una ragazzina. Negli anni della scuola volevo costituire un gruppo che si chiamasse Albawtaka. Ma l’insegnante pensò che fosse troppo strano. La cosa poi mi è tornata in mente e ho pensato che fosse un desiderio che aspettava da (troppo) tempo di essere realizzato. L’azione di tradurre è come mischiare dei metalli preziosi in un unico contenitore per trarne una nuova materia ancora più rara.

Perché ha deciso di iniziare pubblicando racconti brevi di autori americani?

I romanzi non possono essere la nostra unica finestra sulla fiction. Non accorgersi della bellezza della brevità è come continuare vergognosamente a negare il fatto che i racconti brevi americani hanno fornito nuovi spunti su tecniche e strumenti per la narrativa. E poi parlare di storie americane significa di fatto parlare di così tante culture che potrebbero includere il mondo intero. La cultura americana è un “crogiuolo”.

Nella veste di editore donna più giovane dell’Egitto, quali sono le principali sfide nel suo lavoro?

La mancanza di fondi, la censura e la distribuzione sono in generale i principali ostacoli nel settore dell’editoria. Che tu sia una donna oppure no. Certo capita che alcuni degli impiegati (maschi, ndr) nella casa editrice ti lancino uno sguardo indiscreto, ma si stratta di un primo contatto di alcuni minuti, e poi vengo subito vista solo come un editore, che sono una donna non conta più. Nutro dei seri dubbi sul fatto di trattare la mia professione da un punto di vista femminista.

Come può la fiction aiutarci in questa fase di fermento politico?

Devo restare nel mio ufficio a finire questo magnifico pezzo di Susan Straight o uscire per unirmi ai miei connazionali, e stare sei ore o più in piazza (Tahrir, ndr). Forse tradurre articoli di politica è più utile alla rivoluzione, ma per il momento mantengo l’idea che tradurre Lorrie Moore oppure Edward P. Jones mi insegni come diventare un essere umano migliore, mi fa vedere il mondo com’è davvero, imparo qualcosa su di me, gli altri e l’umanità.

Quali cambiamenti ti aspetti di vedere nel settore dell’editoria, nei prossimi mesi?

A causa dei tumulti avvenuti negli ultimi mesi in Egitto, alcune case editrici sono fallite. È difficile per uno small business andare avanti per molto tempo se ci sono poche entrate. Sono, per loro natura, fragili. Quelli che sono sopravvissuti si piegheranno con gioia all’attuale nuova ondata di sviluppi. Hanno già approfittato pubblicando testi di politica sulla rivoluzione, gli scandali dell’ex regime, e ordine civile contro quello militare. Pile di libri di letteratura si stanno accatastando nei magazzini. La letteratura, sfortunatamente, andrà in secondo piano, almeno per un po’. Dopo sei o sette anni di prosperità, sembra che non sia più l’eroe del momento, anche nel caso di best sellers. Credo che sia una prevedibile ripercussione delle rivoluzione. Politica ed economia sono i temi candidati a guidare la scena adesso. Tuttavia credo anche nessuna nazione possa prosperare senza la letteratura come fondamenta. Sono convinta che, fra un anno, gli egiziani leggeranno e scriveranno letteratura come mai prima d’ora. Il senso di libertà darà i suoi frutti.

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