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  • In particolare, il fondamentalismo si basa specificamente su quattro elementi:
    a) principio dell’inerranza, relativo al contenuto del Libro sacro, assunto nella sua
    interezza, come una totalità di senso e di significati che non possono essere scomposti;
    b) principio dell’astoricità della verità e del Libro che la conserva;
    c) principio della superiorità della Legge divina su quella terrena, secondo cui dalle
    parole iscritte nel Libro sacro scaturisce un modello integrale di società perfetta.
    d) primato del mito di fondazione: un vero e proprio mito delle origini che ha la funzione di segnalare l’assolutezza del sistema di credenza cui ogni fedele è chiamato ad aderire e il senso profondo di coesione che stringe tutti coloro che ad essa fanno riferimento.

    Il termine fondamentalismo nasce verso i primi del Novecento nell’ambito protestante, soprattutto americano, come reazione alla critica biblica e all’esegesi, ma può essere messo in sincronia con la reazione cattolica antimodernista, che tuttavia si richiamava, più che all’integrità del testo biblico, al magistero e alla tradizione. Oggi con fondamentalismo ci si riferisce soprattutto alle tendenze emergenti nelle religioni monoteiste, caratterizzate soprattutto da una reazione critica verso la modernità, verso i processi di secolarizzazione e i tentativi di dare risposte nuove ai problemi del mondo moderno. Si parla così di “fondamentalismo ebraico”, “fondamentalismo cattolico”, “fondamentalismo islamico” etc.

    Per estensione, “fondamentalismo” viene usato per indicare un atteggiamento acritico e dogmatico nei confronti di testi o teorie anche non religiose: in questo senso, fondamentalismo può divenire sinonimo di fanatismo o integralismo (alcuni parlano ad esempio di “integralismo laico”). Più specificamente, l’elemento centrale che caratterizza i vari tipi di fondamentalismo è la rilevanza del tema della politica, nel senso che esso si interessa al vincolo etico che unisce persone che vivono in una medesima società e pone in modo radicale il problema del fondamento ultimo etico-religioso della polis, che deve fondarsi su un patto religioso ovvero su una tavola di valori ritenuti irrinunciabili e per i quali vale la pena lottare.

    L’obiettivo è quello di una rifondazione religiosa delle società moderne. Da tale principio scaturiscono due elementi: la centralità delle forme di mobilitazione dei militanti (dal momento che chi è convinto che esista una verità assoluta si sforzerà di inventare azioni di protesta e forme di lotta politica di valore altamente simbolico e spesso violento) e “la sindrome del Nemico”. L’individualismo e il permissivismo morale sempre più diffusi sono ricondotti ad una serie di cause, identificate in soggetti di volta in volta diversi come il pluralismo democratico, il secolarismo, il comunismo, l’Occidente capitalistico, lo Stato moderno e così via.

    Tutte queste figure del Nemico servono a sottolineare nell’immaginario collettivo dei militanti fondamentalisti l’idea che qualcuno manovri per strappare le radici dell’identità di un gruppo o di un intero popolo, tenti di tagliare i fili della memoria che lega gruppi umani e popoli a un’antica e superiore origine: il patto di alleanza particolare con una parola divina rivelata o con una legge sacra.

    Da Enzo Pace, Renzo Guolo, I fondamentalismi, Laterza, Roma Bari 1998.

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